la macchia mediterranea che trovi qui è fatta da piccoli arbusti sparsi un po' ovunqe, da olivi, tamerici, pini marittimi e ginestre. la vegetazione di questi posti è figlia del deserto dell'altra parte dello stretto, sposa in terra d'europa che porta in dote cactus, palme e oasi africane. gli spazi in questo luogo sono senza padrone, i suoi colori bruciati da un sole impaziente e bambino che ha fretta d'arrivare a giugno, che con le mani sporche di tempera gialla impiastra un po' tutto e gioca col caldo.
julia nel suo vestito bianco, protetta da un cappello gigante e leggero di paglia intrecciata, indossa dei sandali ai piedi. l'andalucìa le copre le spalle mentre l'oceano le mostra l'america. lei sogna di perdersi ancora, a cavallo di queste strade fumanti sciolte come nastri d'argento, in mezzo alle vie della città bianca ricolma di luce, nella sua curiosità che l'ha portata fin qui.
nei dintorni di ogni cattedrale di spagna una vecchia ciarlatana legge il futuro su ogni mano che le porge una moneta; per due, ogni volta, julia compra il suo silenzio. tutto quello che le serve davvero se lo conquisterà anche contro il destino, e questo non può che bastarle.