"Nulla si può definire solo un sogno.
Dire solo un sogno è una sciocchezza come dire solo una realtà, perchè un piccolo principe Poffer vive ugualmente sia nel mondo dei sogni sia nel paese reale da cui proviene."

kristoferpoffer {at} gmail.com

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Conversazioni

qui accanto a me ci sono dei tizi, stanno parlando. stanno parlando ognuno con se, mica s'ascoltano, nono, non ci pensano neppure. ognuno parla quando arriva il suo turno, non ci sono dubbi, ognuno aspetta pazientemente, con educazione, che l'altro finisca. l'attesa a volte dura solo qualche secondo, altre volte qualche minuto ma non appena il precedente finisce, lui attacca a parlare. questi eterni attimi di impossibilità d'espressione ognuno li impegna come meglio crede; c'è chi si guarda intorno, chi fa le prove di come comincerà la prossima frase, chi continua a leggere il proprio giornale. i monologhi poi sono così precisi, così rispettosi, non si sovrappongono di una sola parola, precisione svizzera. hanno dei meccanismi per cui quando qualcuno sfora dal tempo concessogli e prolunga troppo a lungo gli altri iniziano a porgli attenzione e a guardarlo negli occhi. lui allora capisce che sta esagerando e contenendosi interrompe il discorso all'istante, abbassando lo sguardo con risentita vergogna; aspetterà il suo prossimo turno. gli argomenti trattati sono dei più vari, ora uno sta parlando di fantacalcio, un secondo della partita del milan, un terzo del rigore sbagliato da totti. è un meccanismo così rodato e particolareggiato che i monologhi sono addirittura a tema, evidentemente il calcio in questo momento. d'altronde sarebbe maleducato parlare di tutt'altro. poco fa si discuteva di politica allora uno argomentava che i repubblicani d'america stanno rimontando nei sondaggi, che per obama sembra proprio finita; eh si napolitano dovrebbe farsi portavoce degli interessi di tutti - replicava il successivo; no, non è vero che repubblica è un quotidiano di parte - concluse sagacemente l'ultimo.

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