"Nulla si può definire solo un sogno.
Dire solo un sogno è una sciocchezza come dire solo una realtà, perchè un piccolo principe Poffer vive ugualmente sia nel mondo dei sogni sia nel paese reale da cui proviene."
kristoferpoffer {at} gmail.com
Dire solo un sogno è una sciocchezza come dire solo una realtà, perchè un piccolo principe Poffer vive ugualmente sia nel mondo dei sogni sia nel paese reale da cui proviene."
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La nonna
non so come mai ma le nonne son fatte così, le nonne lavano, lavano a prescindere, e lavano a mano, questa è la cosa peggiore. le nonne, parlo nel complesso delle mie esperienze s'intenda, le nonne sono una categoria di bonarie persone propense al lavaggio manuale degli indumenti; sono le uniche figure di questa società centrifughista a predilegere ancora le buone e sane abitudini lubrificate ad olio di gomito.
la nonna, l'ho notato una domenica pomeriggio di inizio dicembre, una di quelle domeniche prenatalizie un po' uggiose in cui masochisticamente ci si ripara presso un centro commerciale, la nonna, dicevo, quando arriva nei pressi della zona elettrodomestici, s'irrigidisce tutta. dal canto suo la comprendo benissimo, teme la competizione del moderno, di quella macchina lava vestiti che non fa complimenti quando si trova davanti ad un pregiato maglioncino di cachemire. lei invece, quando le capita di dover affrontare il mio delicatissimo dolcevita azzurro, si rimbocca le maniche; lo sciacqua dolcemente sotto l'acqua tiepida, per domarlo lo scaraventa sul lavabo in marmo, poi estrae la spugna delle grandi occasioni (quella con dentro le pagliuzze di acciaio inox) e via di dolci carezze per una mezzoretta, giusto quel tanto per fargli capire chi è che comanda.
la nonna ha lavato coperte di lana spesse come tappeti, tappeti di seta delicati come mutandine della prima comunione e gatti scambiati per cuscini imbottiti.
la nonna lava e non si ferma più, sul serio, è da ieri mattina che va avanti.
la nonna, l'ho notato una domenica pomeriggio di inizio dicembre, una di quelle domeniche prenatalizie un po' uggiose in cui masochisticamente ci si ripara presso un centro commerciale, la nonna, dicevo, quando arriva nei pressi della zona elettrodomestici, s'irrigidisce tutta. dal canto suo la comprendo benissimo, teme la competizione del moderno, di quella macchina lava vestiti che non fa complimenti quando si trova davanti ad un pregiato maglioncino di cachemire. lei invece, quando le capita di dover affrontare il mio delicatissimo dolcevita azzurro, si rimbocca le maniche; lo sciacqua dolcemente sotto l'acqua tiepida, per domarlo lo scaraventa sul lavabo in marmo, poi estrae la spugna delle grandi occasioni (quella con dentro le pagliuzze di acciaio inox) e via di dolci carezze per una mezzoretta, giusto quel tanto per fargli capire chi è che comanda.
la nonna ha lavato coperte di lana spesse come tappeti, tappeti di seta delicati come mutandine della prima comunione e gatti scambiati per cuscini imbottiti.
la nonna lava e non si ferma più, sul serio, è da ieri mattina che va avanti.
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