"Nulla si può definire solo un sogno.
Dire solo un sogno è una sciocchezza come dire solo una realtà, perchè un piccolo principe Poffer vive ugualmente sia nel mondo dei sogni sia nel paese reale da cui proviene."

kristoferpoffer {at} gmail.com

Titoli

L'ultimo baluardo

qui, da questa parte del mondo, qui c'é una pacata rilassatezza. su queste terre il nervosismo non é mai approdato e la tensione si manifesta solo attraverso i fulmini all'orizzonte, chiaro segno che l'astio possa qui riversare solo un flebile e attenuato riverbero. in queste strade, persino nel traffico piú stagnante, vige un codice fiabesco di rispetto reciproco e incondizionato; cosí dall'alba dei tempi, cosí fino a questo pomeriggio.
il bus jingolava come al solito su per le verdi radure, percorrendo un nastro di strada che avrebbe tranquillamente potuto essere rosa confetto tanta era la gioia che sembrava infondere al conducente. lui vestiva l'uniforme ufficiale con una camicia a fantasia floreale, i pantaloni a pendant (slacciati confortevolmente in vita) e delle infradito spolverate con forfora d'angeli. il quadretto mostrava il ritratto dell'aloha spirit, un misto tra lo stereotipato fancazzismo italico e la contagiosa serenità delle nonne. non mancava nulla perché un animo sensibile potesse sciogliersi in un lacrimoso piagnucolare estasiato, ammirando l'arcobaleno che fasciava la valle.
all'improvviso però, dal nulla, tutto d'un botto, ho assistito al capicollare degli eventi. un innocuo semaforo, uno dei tanti che qui sembravano partecipare, a mò di luci colorate, al dilagante ottimismo cosmico, ad un tratto diede il segnale. alla macchina che ci precedeva, tuttavia, tale via libera non sembrava offrire motivo sufficiente per schiodarsi. capita spesso da queste parti; il caldo, il canto degli uccellini, l'ipnotica luce riflessa dall'oceano all'orizzonte; capita spesso che il conducente si addormenti. tutte le volte che questo accade un cortese automobilista scende e quasi dispiacendosene invita con la massima delicatezza il suo prossimo a destarsi dal piacevole abbraccio di Morfeo. così fan tutti; sempre.
anche oggi, considerando le circostanze, il volenteroso autista stava per scendere ad avvisare il malcapitato. capitò tuttavia che la camicia di-fiori-munita s'appigliasse alla leva del clacson; questi proruppe in un suono inaudito, e tutti, per incantesimo infranto, sembrarono improvvisamente prendere coscienza d'essere parte di questo mondo.
il cianciare sommesso si convertì gradatamente, prima in un brusio interdetto, e poi in un dettagliato imprecare ai santi più esotici. l'intera viabilità accolse con entusiasmo la scoperta del clacson e in men che non si dica s'accorò al sordo strombazzare del nostro autista, il quale, ormai preda di tensioni demoniache, stava anche cercando di tamponare il lemme vecchietto addormentato.
tutto si svolse tanto rapidamente che una signora asiatica s'alzò all'improvviso; il bimbo che portava in grembo vomitò addosso ad un nerboruto giovane appisolato. questi aprendo gli occhi di riflesso estrasse un coltello che gli cadde sull'alluce non appena l'urlo degli astanti fece loro realizzare una potenziale situazione di pericolo. di lì in seguito lo zampillare orrorifico di sangue e un crescente panico collettivo fecero si che la marmaglia, tirati i freni d'emergenza, cercasse libero sfogo nelle desolate lande pluviali circostanti. una cinquantina di redivivi esaltatati si disperse così in un memorabile pomeriggio d'autunno. l'occidente aveva conquistato anche l'ultimo baluardo del paradiso terrestre.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

metti il pigiama...e Umpim ti porterà via!

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