"Nulla si può definire solo un sogno.
Dire solo un sogno è una sciocchezza come dire solo una realtà, perchè un piccolo principe Poffer vive ugualmente sia nel mondo dei sogni sia nel paese reale da cui proviene."

kristoferpoffer {at} gmail.com

Titoli

Duello ìmpari

credeva che il suo gatto gli stesse nascondendo qualcosa. l'aveva scritto già qualche giorno addietro, ma poi gli era passato di mente.
era un mercoledì mattina qualsiasi però, quello in cui lo notò al di là del vetro della porta-finestra mentre reclamava come al solito che gli fosse aperto per entrare in cucina. quello che vedeva avrebbe potuto essere lo sguardo solito d'un micetto che traspare furbizia, invece, per lui che già da tempo nutriva dei sospetti, fu la goccia che fece traboccare il vaso della certezza. sul momento decise comunque di aprire; il piano era che avrebbe atteso la prima mossa dell'avversario.
pensò che era tempo che girava per casa; fin da gattino aveva calcato ogni singola piastrella di quell'ambiente famigliare in procinto di trasformarsi in un sanguinoso campo di battaglia: il quadrupede partiva di certo avvantaggiato.
mentre era nel bel mezzo delle più fosche ponderazioni, il gatto, dal canto suo, sornione e indifferente si avviava con disinvoltura verso la sua ciotolina dei croccantini, come se fosse la cosa più naturale del mondo; come se non stesse per scatenarsi l'inferno.
la sua coda alta, lisciata da infinite ore di setose leccate sembrava seguirlo fluttuante e sinistra: un serpente a sonagli pronto a scatenarsi al segnale decisivo del pifferaio che lo comanda.
lui più lo guardava più iniziava a sperare che il guanto di sfida lanciato alla controparte a quattrozampe non fosse raccolto.
il combattente latente dalle orecchie a punta ora stava rifocillandosi d'acqua lasciando intendere che la preparazione prandiale al combattimento stava per concludersi.
l'altro, sudava freddo. stava pensando a quante vittime potesse essere mai capitato di offrire il pranzo al proprio assassino.
il felino ora stava lisciandosi i baffi, mostrando sfacciato i canini affilati come pugnali.
lui, inerme, in pigiama, vedeva passare davanti agli occhi immagini di coccole e fusa persi in tempi remoti.
uno stiramento; avesse potuto avrebbe certamente affilato su pietra quegli artigli dai riflessi d'acciaio che brillavano ai primi raggi dell'alba.
stava per giungere il momento, lo sentiva.
l'impantofolato chiuse gli occhi in attesa dell'attacco della fiera, salutando i ricordi più cari in attesa dell'abominevole fine.
buio, poi, il nulla.
nulla, non successe niente.ma proprio niente.
aperti gli occhi vide il gattino tornare nella sua cesta, soddisfatto dei croccantini al tonno.dì lì a poco si sentì un sonoro miaoo, avviso a tutti che l'indifeso cucciolo era pronto a tornare in letargo.

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