"Nulla si può definire solo un sogno.
Dire solo un sogno è una sciocchezza come dire solo una realtà, perchè un piccolo principe Poffer vive ugualmente sia nel mondo dei sogni sia nel paese reale da cui proviene."
kristoferpoffer {at} gmail.com
Dire solo un sogno è una sciocchezza come dire solo una realtà, perchè un piccolo principe Poffer vive ugualmente sia nel mondo dei sogni sia nel paese reale da cui proviene."
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Titoli
- 1 marzo
- A fin di bene
- Abitudini
- Addio
- Ai miei tempi
- Al pronto soccorso
- Albicocche
- Ambasciatore
- Balle
- Bentornati
- Blueberries pie
- Briefing
- Brioche
- C'era una volta un mondo
- Cane
- Cappuccetto rosso
- Carta Igienica
- Casa
- Cassiopea
- Cerimonie
- Che ore sono?
- Ciocco-notte
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- Preserata di fine febbraio
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- Una crepa sul muro
- Una strana coppia
- Uova
- Vengo con te
- Vista sul mare
- West
- Zia Samy
Serata di città
tutte quelle paillettes addosso si vedeva chiaramente che non erano a loro agio portate da una come lei. aveva accettato l'invito, accettato lo stile, compreso il significato di una festa di beneficenza in un grand'hotel, ma non poteva dire di capirlo davvero. no, magari era colpa sua, si diceva. si senz'altro, si sentiva la provincialotta in città, questo pensò. gli altri non se le facevano tutte queste paturnie ed erano nel giusto loro, non c'è dubbio.
chissà perchè ma quel cameriere che portava i gamberetti su un vassoio d'argento offrendoli agli ospiti aveva un non so che di inquietante. si perchè poi c'era l'altro, con i flute di champagne in bilico sempre su un vassoio, d'argento come quello dei gamberetti. e se metti insieme gamberetti quasi vivi e champagne devi avere un gusto molto fine, ma che una come lei non riusciva a capire. per carità, saranno buonissimi, ma no grazie, per ora sono a posto così - disse tutta d'un fiato al cameriere.
e quelle signore d'alta classe cotonate, tutte strabordanti eleganza; hihi- sorrise tra se. fortuna che nessuno aveva notato nulla, sul palco stavano parlando di qualcosa e comunque tutti tenevano d'occhio il tavolo del buffet. beh, ma si sa, in queste cene di beneficenza il buffet è simbolico, uno schiaffo alla povertà insomma; così si capisce meglio che siamo gente che non scherza!
era carino il modo in cui parlava la presentatrice, faceva la timida sul palco e firmava autografi.perchè? boh, non si capiscono bene queste cose di città.
chiusi gli occhi, vide il suo morbido letto per un secondo. gli riaprì arrossendo non appena si fu accorta d'averli chiusi. poi guardò l'orologio: quando la lancetta arriva qui - e segnò distratta con un dito tutto il giro che avrebbe dovuto compiere - si torna a casa.
allungò la bocca come a dare un bacio che schiocca, prima a destra e poi a sinistra. che noia. colse in flagrante una sua mano che si avviava ad attorcigliagliare una ciocca di capelli e sembrò rimproverarla affinchè si comportasse bene. la ciocca di capelli però ora si faceva notare insistente e lei abbassò la testa puntando gli occhi in alto per guardarla meglio. noia, noia infinita. ma ecco che arrivava qualcuno: o cielo - pensò.'complimenti per il bel vestito e per quell'adorabile coiffure, chissà quante ore davanti allo specchio le sarà costata!'. ah, meno male, temeva peggio, ce l'aveva solo con il vestito e i suoi capelli. oh si, non immagina neppure - rispose sorridendo. che gusti strani che ha questa gente di città.
chissà perchè ma quel cameriere che portava i gamberetti su un vassoio d'argento offrendoli agli ospiti aveva un non so che di inquietante. si perchè poi c'era l'altro, con i flute di champagne in bilico sempre su un vassoio, d'argento come quello dei gamberetti. e se metti insieme gamberetti quasi vivi e champagne devi avere un gusto molto fine, ma che una come lei non riusciva a capire. per carità, saranno buonissimi, ma no grazie, per ora sono a posto così - disse tutta d'un fiato al cameriere.
e quelle signore d'alta classe cotonate, tutte strabordanti eleganza; hihi- sorrise tra se. fortuna che nessuno aveva notato nulla, sul palco stavano parlando di qualcosa e comunque tutti tenevano d'occhio il tavolo del buffet. beh, ma si sa, in queste cene di beneficenza il buffet è simbolico, uno schiaffo alla povertà insomma; così si capisce meglio che siamo gente che non scherza!
era carino il modo in cui parlava la presentatrice, faceva la timida sul palco e firmava autografi.perchè? boh, non si capiscono bene queste cose di città.
chiusi gli occhi, vide il suo morbido letto per un secondo. gli riaprì arrossendo non appena si fu accorta d'averli chiusi. poi guardò l'orologio: quando la lancetta arriva qui - e segnò distratta con un dito tutto il giro che avrebbe dovuto compiere - si torna a casa.
allungò la bocca come a dare un bacio che schiocca, prima a destra e poi a sinistra. che noia. colse in flagrante una sua mano che si avviava ad attorcigliagliare una ciocca di capelli e sembrò rimproverarla affinchè si comportasse bene. la ciocca di capelli però ora si faceva notare insistente e lei abbassò la testa puntando gli occhi in alto per guardarla meglio. noia, noia infinita. ma ecco che arrivava qualcuno: o cielo - pensò.'complimenti per il bel vestito e per quell'adorabile coiffure, chissà quante ore davanti allo specchio le sarà costata!'. ah, meno male, temeva peggio, ce l'aveva solo con il vestito e i suoi capelli. oh si, non immagina neppure - rispose sorridendo. che gusti strani che ha questa gente di città.
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