le storie sono fatte per essere ascoltate mentre qualcuno prima le scrive e poi le legge. se non la leggi, una storia scritta rimane chiusa là dentro, e puoi ben sapere che è la più bella del mondo e puoi ben sperare che lo sia, però fintanto che riposa là dentro è come se non esistesse. la storia più bella del mondo è scritta con le stesse lettere e parole di tutti i giorni, con gli stessi spazi bianchi che lasciano respirare la pagina in ogni altro testo. gli stessi caratteri avrebbero ben potuto comporre la descrizione dell'intestino crasso in un libro di biologia, con tutti quei villi intestinali e batteri rifocillati ad enterogermina; eppure stavolta riposano là dentro, in quel librone di storie, tra cui, come si diceva poc'anzi, anche la storia più bella del mondo. se incontrassi per la strada il suo protagonista probabilmente apparirebbe uno qualsiasi, con gli stessi lineamenti, gli stessi occhi persino, gli stessi occhi che adopererebbe per evitare sul marciapiede gli ostacoli lasciati da cagnolini a passeggio per la città. se ci parlassi poi, userebbe la stessa voce usata nel suo libro e forse come prima impressione ti capiterebbe persino di pensare che non ci avresti scommesso un centesimo sul fatto che quello che hai davanti potesse essere il protagonista della storia più bella del mondo.
le storie sono fatte per essere vissute, poi scritte, ed infine ascoltate; ed i loro protagonisti sono nascosti un po' ovunque, con dentro di se lo stesso grado d'essenzialità per la trama che assumeranno solo il giorno in cui si racconterà delle loro avventure. i protagonisti di una storia non sono niente di speciale fin quando qualcuno non li riconoscerà e darà loro fiducia. i migliori sono timidi, svogliati, spesso stronzi, quasi sempre schivi e se li incontri li manderesti tutti a quel paese. sono fatti così, non ci si può fare niente.