"Nulla si può definire solo un sogno.
Dire solo un sogno è una sciocchezza come dire solo una realtà, perchè un piccolo principe Poffer vive ugualmente sia nel mondo dei sogni sia nel paese reale da cui proviene."

kristoferpoffer {at} gmail.com

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Poi è facile

non ricordavano nemmeno più perchè diavolo si fossero persi di vista. erano amici da sempre ma un giorno, per un motivo che pareva allora insormontabile, si erano separati. si erano volutamente ignorati per mesi, poi l'abitudine aveva preso il sopravvento.

poi è sempre facile. dopo, a danno compiuto, sono bravi più o meno tutti. si fa presto a constatare che se ci si fosse comportati in un altro modo le cose sarebbero andate diversamente. non ci vuol niente ad aver rimorsi o rimpianti, è una delle prime cose che si imparano su questa terra.

un giorno s'incontrarono per caso in una gelateria, un caldo pomeriggio primaverile. erano entrambi lì da soli. i soliti convenevoli, poi due chiacchere con il gelato in mano nella piazza in fronte al negozio. in pochi istanti fu come se non fosse passato un solo giorno di lontananza; si proseguì in un discorso iniziato da tempo.

ora però c'è un 'mentre' continuo, che scorre, che non si arresta un secondo, incluso questo momento. durante questo presente, questo infinito brevissimo istante, ci posson stare un sacco di cose, veramente tante, molte di più di quelle che potresti perfino arrivare a desiderare.


a volte interviene il caso a scuoterti quando non hai le forze necessarie. a loro era successo così. un gelato qualsiasi, preso in un qualsiasi pomeriggio di sole, in un posto qualunque. nei mesi passati ognuno aveva avuto i propri momenti, di debolezza si diceva tra se, ed avrebbe voluto chiamare, scrivere un sms, provare a rimediare. i giorni imperterriti però li avevano trascinati fin lì e quel pomeriggio era dovuto intervenire il caso in persona per porre fine all'assurdo. un regalo.

il treno perduto corre su una rotaia che ne porta decine d'altri ed uno alla volta arriveranno e andranno nella stessa direzione di quello che ti sei lasciato sfuggire. la degna sostituta della soluzione più giusta, quella che avresti trovato facendo tutte le cose come sarebbe stato da fare, esigerà un prezzo tanto maggiore quanto più tempo aspetterai, ma sarà pur sempre un prezzo che sarai disposto a pagare, che ne varrà la pena. è difficile essere in pace con se stessi perchè è comodo arrendersi, rassegnarsi. è così comodo che a volte ci si consola di non aver più nulla d'intentanto quando di occasioni ce ne sarebbero ancora. è così penosamente confortante che spesso ci si lascia andare ancor prima di un flebile tentativo.

in un solo pomeriggio si recuperò all'apparente predestinazione che fosse già tutto scritto e congelato negli errori commessi. un gelato riunì quel che la stupidità aveva diviso. l'arroganza delle proprie convinzioni cedette alla timida e semplice sensazione di tornare a sentirsi bene con poco.

in situazioni così ci si lascia guidare da un'irrazionale propensione masochista ad avere tutto oppure niente, da un'insensata convinzione che non si debba cedere per primi, perchè sarebbe come scendere a compromessi.
interviene l'orgoglio in casi del genere, e l'orgoglio non sta mai dalla tua parte; parteggia per un io che con te non ha nulla a che fare. l'orgoglio tarpa le ali a quella derisa e umiliata capacità di chiedere scusa che è troppo facile dimenticare di avere.

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