"Nulla si può definire solo un sogno.
Dire solo un sogno è una sciocchezza come dire solo una realtà, perchè un piccolo principe Poffer vive ugualmente sia nel mondo dei sogni sia nel paese reale da cui proviene."

kristoferpoffer {at} gmail.com

Titoli

Franz


franz è tedesco, con quel nome deciso che basta a rievocare i paesi del nord degli antichi fasti imperiali. è il millenovecentottantanove e berlino è divisa da un muro da quasi trent'anni. per chi vive nella ddr, la parte orientale e sovietica della città, quella lunga cortina di cemento sembra quasi un sipario che cela le avanguardie americane, il loro lusso, le luci dei loro casinò.
franz abita a pankow, un quartiere ad est, un quartiere rosso, dove il sogno socialista d'eguaglianza universale è crollato sotto il peso della burocrazia, fra le braccia della stanca madre urss, sotto i colpi dei volantini pubblicitari della diet coke che con il vento attraversano i confini dell'oasi ovest senza bisogno del passaporto. come tutti i coetanei sogna un mondo che non ha mai visto, automobili potenti, la libertà scoperta nei racconti di chi aveva vissuto al di là di quell'ostacolo insormontabile che ferisce la città da nord a sud.
è ottobre e tra poco tutti sanno che berlino tornerà a ghiacciare, a tingersi del freddo di mosca, ad essere assetata di petrolio sempre più razionato. ma è questione di principio ormai, non solo di bisogno. il fatto è che nessuno è più disposto ad aspettare oltre, nessuno vuole affrontare un altro inverno da quella parte del muro, come se dall'altra ci fosse il sole, l'estate e la terra promessa.
franz oggi si alza, fa colazione versandosi del latte da un cartone bianco con stampata una stella rossa, indossa il solito cappotto liso e prima d'uscire strappa dal colbacco il fregio con falce e martello. si avvia per unter den linden, fino alla porta di brandeburgo dove chiederà di passare oltre. vorranno il visto, come da anni aveva sempre sentito rispondersi, ma oggi non si fermerà. i gendarmi inizieranno a gridare in un misto tra russo e tedesco quando franz non vorrà sentire ragioni, poi, puntando alle sue spalle con i fucili carichi, spareranno mormorando sottovoce ch'era solo un folle suicida. andrà così, tutto è già scritto.
domani qualcuno inizierà a portare dei fiori appena poco distante dal posto di blocco; i militari grideranno di nuovo ma le persone continueranno imperterrite ad affluire. in un mese la via più grande di berlino si riempirà di così tanta gente che non basterà nemmeno un muro di cemento armato a trattenerli. in un mese tutti saranno d'altra parte, esattamente dove avevano sognato d'andare da troppo tempo. poco dopo sorseggeranno finalmente diet coke, ingrasseranno nei fast food e si riprometteranno persino che la libertà non la sprecheranno mai più, ma questa è un'altra storia. tra un mese si aggiungeranno sia buone che cattive cose, si distruggerà un muro senza senso e a milioni di persone verrà svelato ciò che un ragazzo di pankow aveva solo potuto immaginare.
ora franz cammina, lo vedo in lontananza, è quasi arrivato.
da lontano sento due spari, li sente anche una donna da parte a me che scoppia a piangere con un misto di gioia e dolore. credo la conosca anche lei la storia di franz.

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