"Nulla si può definire solo un sogno.
Dire solo un sogno è una sciocchezza come dire solo una realtà, perchè un piccolo principe Poffer vive ugualmente sia nel mondo dei sogni sia nel paese reale da cui proviene."
kristoferpoffer {at} gmail.com
Dire solo un sogno è una sciocchezza come dire solo una realtà, perchè un piccolo principe Poffer vive ugualmente sia nel mondo dei sogni sia nel paese reale da cui proviene."
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Il mercatino
cèlo, cielo, celò, manca. a me è sempre mancato antonio biscazzi, la sua figurina intendo. antonio biscazzi non era un gran attaccante all'epoca, non segnava mai, eppure per noi è sempre stato una leggenda. questo perché alla casa delle figurine avevano deciso di ritirarlo dal mercato facendolo diventare un mito, un martire del collezionismo. in quegli anni le figurine erano meglio delle banconote, si potevano barattare con ogni cosa, dalle merendine alle sigarette, dai compiti fatti alle fidanzatine. le figurine avevano corso legale non solo tra noi del gruppo ma erano merce di scambio con bidelli, supplenti e la maria, la barista settantenne invischiata nei giri loschi. si diceva che per una biscazzi tony avrebbe tranquillamente potuto scambiarsi la moto rossa, il cross due tempi col carburatore del cinquantasei, con la marmitta artigianale di un elicottero e le gomme chiodate per far le gare sui cocci di vetro; si diceva che mario ti avrebbe fatto baciare la lisa anche con la lingua, gran zoccoletta fin d'allora la lisa; e che probabilmente maria ti avrebbe dato per sempre la merenda gratis, ti avrebbe fatto toccare le tette e un sacco di altre cose ch'è meglio non riportare alla memoria. man mano che gli album si andavano completando il buco di biscazzi divenne sempre più pesante, la sua assenza un macigno. aprire un pacchetto di figurine toglieva il fiato, sfogliare l'album a pagina diciassette era un colpo al cuore. nacquero leggende di qualcuno che aveva un cugino che aveva un amico che biscazzi l'aveva trovato ed ora, beato lui, viveva in una villa a rio de janeiro. si diceva che la figurina centosette, si proprio quella di tu sai chi, la puoi vedere anche al buio perché è fatta di super carta. per una biscazzi non so cosa avremmo dato, per una biscazzi si era pronti a fare follie. un giorno poi ci arrivò una soffiata; in un negozio di settepeccati, il paese accanto al nostro, era arrivata la più grande partita di figurine della storia, e tra tutte quelle una biscazzi doveva esserci per forza. la fine della ricerca epica sembrava ormai a portata di mano, unico problema era procurarsi i soldi per diecimilacinquecento pacchetti di figurine. la soluzione geniale non tardò ad arrivare. si organizzò un mercatino ed ognuno di noi ci portò qualcosa d'importante. io portai la collezione di minerali, tony affittò la moto per un pomeriggio, ciccio portò i sigari rubati di nascosto al tabacchino e mario portò la linda per farla baciare a dieci lire alla volta. che poi io mi son sempre chiesto dove le trovasse mario tutte queste ragazze pronte a sacrificarsi. per farla breve comunque quel pomeriggio poi piovve e nessuno si comprò i miei minerali, il tizio con la moto non si fece più vedere, il tabaccaio s'accorse e a ciccio passò per sempre la voglia di rubare e anche quella di fumare. la parte migliore è che la linda la si trovò a limonare con la lisa dietro il muro della chiesa e a noi, uno spettacolo del genere, nemmeno biscazzi in persona ce l'avrebbe mai potuto regalare. gran giorno quel giorno di pioggia del mercatino per le figurine, proprio un gran giorno.
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