nei posti di mare, quelli dove le case dei pescatori si affacciano direttamente sul proprio campo di lavoro, in quei paesi che si svegliano abbagliati dal sole riflesso sull'acqua salata, dove la salsedine è entrata nel sangue di chi ci abita, ecco in quei posti lì, la gente sbircia dalle finestre. c'è vento? e scostando di un poco la tenda si va con lo sguardo a cercare quel filo di lana incastrato sul pino marittimo davanti casa e poi, se questo si muovesse, ad indagarne l'intensità fotografando di netto l'altezza delle onde che mordono la spiaggia. sta piovendo? quale migliore prova dei cerchi sull'acqua per saperlo?. e fin qui non ci sarebbe nulla di straordinario in effetti. la cosa che lascia di stucco però è come si cerchi nel mare, non solo la prova di un presente ormai certo, ma lo si interroghi anche sul futuro, col rispetto dovuto ad un oracolo veggente. capita spesso, infatti, che quell'enorme distesa d'acqua salata sia ritenuta depositaria dei più reconditi segreti. ho visto gli occhi di un pescatore indagare quanto pesce gli sarebbe stato concesso l'indomani. ho visto quelli di sua moglie reclamare il compagno giunta ormai la sera. sul volto di un bambino impaziente, il desiderio di un viaggio lontano chiedeva al mare quanto avrebbe ancora dovuto attendere. nel cuore di sua madre cresceva la preghiera perchè quel giorno potesse non arrivare mai.

i gorgoglii dell'acqua sembravano rispondere certi chiedendo in cambio solo che la speranza di una risposta non tramutasse nella presunzione di conoscere già tutti i suoi segreti. il mare è geloso di quel che sa e lo dispensa a piccole dosi.

un cuore enorme con le ferite impresse dai solchi delle navi e solleticato da quelli delle vele, timido gigante buono, tuo amico fedele.