"Nulla si può definire solo un sogno.
Dire solo un sogno è una sciocchezza come dire solo una realtà, perchè un piccolo principe Poffer vive ugualmente sia nel mondo dei sogni sia nel paese reale da cui proviene."
kristoferpoffer {at} gmail.com
Dire solo un sogno è una sciocchezza come dire solo una realtà, perchè un piccolo principe Poffer vive ugualmente sia nel mondo dei sogni sia nel paese reale da cui proviene."
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Un concerto
centomila persone a cantare la stessa canzone non è una trovata mediatica o commerciale. centomila persone sono tante, molte di più di quelle che riusciresti a farci stare immaginando di dover riempire uno stadio intero. eppure ci stanno tutte, dalla prima all'ultima. se sei seduto sulle gradinate hai i tuoi posti numerati e nessuno ti verrà a rompere le scatole per farti spostare. se invece hai i biglietti per il prato, beh, allora è tutta un'altra storia. i cancelli aprono circa all'una di pomeriggio anche se il concerto ufficialmente inizia alle nove di sera ed in pratica il cantante arriva con una mezzoretta di ritardo. se hai i biglietti per il prato alle dieci di mattina sei già davanti ai cancelli perchè quando apriranno inizierai a correre fin davanti al palco, cercando di arrivarci il più vicino possibile. dopo un'ora dall'apertura dello stadio il prato è pieno, pieno di gente che aspetterà sotto il sole o sotto la pioggia per una giornata intera. si fa fatica a muoversi e se hai la malaugurata abitudine di assecondare i tuoi bisogni fisiologici allora ti attenderà almeno un'ora di coda davanti a dei gabbiotti di plastica che si ostinano a chiamare bagni pubblici. mentre aspetti avrai fame, sete e voglia di sgranchirti. se fossi in un altro posto qualsiasi credo che non ce la faresti ad aspettare. invece ad un concerto, dopo aver fatto centinaia di chilometri per raggiungere quel posto, ti sembrerà una giornata leggera anche se così faticosa. credo che trenta-, quaranta-, cento- -mila persone, per qualche ora, per un pomeriggio intero, hanno il potere di fare qualcosa di speciale anche se qualcuno di quel tizio che canta ha la peggiore idea possibile. e poi non ci saranno santi che tengano se qualcuno ti dirà che sei matto a costringerti ad una fatica così, che sono degli esaltati quelli che lo fanno, che è assurdo. allora tu lo guarderai, eheh, ridendo, ti girerai dall'altra parte e te ne fregherai altamente di tutto. per un concerto così ci vogliono scarpe da ginnastica, jeans lisi, un paio d'occhiali, una maglietta sciupata ed una canzone in testa da gridare a squarciagola o da sussurrare in un orecchio. per un concerto così ci vogliono le stesse cose che basterebbero qualsiasi altro giorno dell'anno; la voglia di aspettare il momento clou che ci vuole per ogni attesa che ti si propone come necessaria in ogni situazione importante. un concerto così forse per qualcuno non ha senso, ad altri non interessa ed altri ancora non se lo sono mai proposto. un concerto così poi quando finisce ci mette quasi due ore a smaltire tutte quelle persone e tu in mezzo a quell'enorme folla che torna a casa, tu sarai uno qualsiasi che proteggerà qualcosa che nessuno ti potrà mai più strappare da quella sera in avanti. eppure credevo di essere solo stato ad un concerto.
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